venerdì 16 novembre 2012

Zen Pencils

Dopo il capolavoro "Figure in actions", ci avventuriamo in un altro stile di web-comics. Questa volta voglio parlarvi di "Zen Pencils".
L'autore crea una vignetta ogni martedì e l'argomento di ognuna di essa è cercare di dare qualche insegnamento di vita tramite la citazione celebre di un dato personaggio o di un dato scrittore. Quello che viene a risultare però non è un banale elenco di citazioni che si può trovare in qualsiasi pagina di Wikiquote ma al contrario un interessante misto fra immagine e frase che fa pensare e riflettere.
Non è raro sentirsi in colpa, leggendo questo tipo di web-comics, pensando che in fondo si stia sbagliando qualcosa nella propria vita. E' un fumetto creato per far pensare e, in poche vignette, ci riesce dannatamente bene.
Lo consiglio vivamente perché spesso può dare quella botta di risoluzione che si sente per iniziare bene la giornata.
Vi propongo un paio di esempi (e sinceramente sticazzi se rompo il layout del blog):



Come potete vedere lo stile di disegno è sempre semplice, ma Gavin Aung Than (questo il nome dell'autore) riesce ad esprimere bene il concetto della citazione. Poche immagini ma che danno risalto a ciò che si vuole dire. Se siete affascinati da questo web-comics seguite questo link: http://zenpencils.com/ e poi per scorrere fra le varie immagini cliccate sul menu' a scomparsa con su scritto "Archives..."
 
Spero di essere riusciti ad interessarvi. Vi lascio con un'ultima vignetta.


giovedì 15 novembre 2012

Figures in Action

La bellezza di internet sta nella scoperta ma la ricerca sulla rete è ardua. Mi spiace quindi notare come alcuni siti non siano conosciuti solamente perché c'è poca gente che li visiti. Non è mio scopo focalizzare l'attenzione di questo blog su tali pagine del web dimenticato, ma mi piacerebbe rendere noto in qualche modo la mia piccola conoscenza sulla grande rete.
Una categoria di siti che più affascina è quella dei cosiddetti web-comics: ovvero fumetti cresciuti e sviluppati su internet. Tendenzialmente i web-comics sono tendenti ad una fumettistica più simile alla striscia americana che al fumetto giapponese o a quello Disneyano. Quindi una serie di quattro immagini in cui il focus umoristico esce fuori nell'ultima vignetta. Ovviamente ci sono le doverose eccezioni come "Romantically Apocalyptic" o "Figures in Action".  E proprio di quest'ultimo web-comics voglio parlare.

L'idea è semplice e geniale. Prendere pessime battute e stereotipi e farli recitare da dei pupazzi. Sembra una cavolata di dimensioni bibliche, ma la cosa rende. Basta una lettura veloce per rendersi conto che basta un niente per innamorarsi delle geste del pupazzo di Batman o del bambolotto di He-man.


Guardate la capacità artistica degli attori in campo. La mimica facciale, i movimenti delle braccia, lo stupore negli occhi di Leech, le braccia sconsolate a terra di He-Man dell'ultima vignetta. Questa è arte!

Ma passiamo ad un altro esempio...
 Sempre geniale! L'atto del movimento. Tutto basato non solo sul movimento delle braccia dei pupazzi, ma anche sulla mimica facciale degli stessi. Notate, per esempio, come lo sguardo di Batman passi da determinato ad ancora una volta perplesso. Arte ripeto! Questo è arte!


Con reinterpreazioni DC comics e Marvel.

Quindi se amate la fumettistica Marvel e DC comics + He-man NON potete fare a meno di questo pazzesco web-comics.
Lo trovate qua: http://figuresinaction.blogspot.dk/

Ok... un'ultima vignetta di questo autore prima di concludere. Pezzo tratto dal film più amato dalle persone uscite dal coma per spegnere il televisore.



Fra studenthuset ed inglese

Studenterhuset! Notate lo stile, la grazia, la gioia di vita,
la vivacità, i colori, l'armonia!
Faccio un piccolo riassunto per coloro che si collegano solo ora a questo blog. Mi chiamo Stefano Martin e per uno strano gioco del destino ora come ora mi trovo a fare un dottorando (PhD per gli universitari) in matematica in una delle prime città del mondo in ordine alfabetico: Aalborg per gli amici, Olborg per i danesi.
Fine riassunto andiamo dritti al sodo: mi sto un po' stancando della vita internazionale di basso livello. 

Diciamocelo: la vita semi-Erasmus è divertente. Fai la tua ricerca, vai alla Studenthouse (per i non addetti ai lavori: un pub che il mercoledì sera è piena solo di studenti internazionali), partecipi a qualche party, sacrifichi un po' del tuo stipendio alla dea birra, esprimi il tuo orgoglio italiano... ma a dirla tutta ha rotto un po' quegli oggetti rotondi che vengono utilizzati per giocare a calcio (in gergo aulico "palle"). 
Questa sera sembrava una sera come una delle tante ma è capitato l'imprevisto, quello che non ti aspetti di leggere in un blog come questo, quello che quando vuoi un colpo di scena in effetti non pensi di sentire e, in effetti, quella di stasera è stata per l'appunto una serata come una delle tante. 
Ore 22.00 ci si trova con un amico e via! Si va alla Studenthouse! Che cosa vuoi di più dalla vita? Un gruppo di gente internazionale che fa festa e ci si diverte in compagnia. Giusto? Giustissimo. E' la norma della Studenthouse. Ma questa sera cosa c'è? Oh! Il raduno della gente di salsa? Ma che figata? Nono, non ho intenzione di ballare ma che cavolo! Ho fatto salsa con mezza della gente che c'è qua l'anno scorso, riuscirò a dialogare con qualcuno. E così è, in effetti! Si parla, si chiacchiera e ci si prepara a spararsi ad un piede con una pistola a piombini.

Il danese che lingua meravigliosa
come alternativa all'inglese!
Facciamo un breve elenco di come vanno ormai tutte le discussioni con persone che conosco (in inglese, ma tradotto in italiano per i non anglofoni e per quella persona che è capitata per sbaglio su questo blog da IGN):
- "Ehy! Come va?"
- "Ma non balli salsa?" / "Ti ho visto ballare! Sei brava!"
- "Ma non sei venuta all'ultimo party?"
- "Eh, ma ero impegnato con il progetto."
E questo è l'80% della discussione che si riesce mediamente a fare con delle persone alla Studenthouse. 
Con le varianti del primo incontro:
- "Ma sei italiano? Vaffanculo!" (Ahahah! Vaffanculo anche a te!)
- "Io sono stato in Italia per tre mesi e amo l'Italia"
- "Ma cosa studi?"
- "Matematica! Ma è difficile" / "Mi piaceva ma poi ho studiato scienza della coltivazione delle Tic Tac"

E a questo punto mi chiedo? Ma è colpa mia? Veramente sono diventato una persona che non sa di che cosa parlare? Mi avvicino ad un mio compatriota e sputo un discorso. E un po' come una persona che con un microfono fa "Ah ah... prova! Uno due tre", mi accorgo che, usando l'altro come tester, non sono io a non funzionare. So parlare umanamente senza sembrare un dannato ripetitivo condannato ad una pena eterna. Ma allora perché la gente sembra non saper parlare? Perché l'unica cosa per cui sono dotate di un apparato vocale sembra per ordinare una birra e stop? Ditemelo! E poi l'illuminazione! Lo strale dal cielo! Il manto di conoscenza che viene giù dal cielo sulle note stonate di "Tu scendi dalle stelle"! La verità che mi cade come un macigno alla Willy E. Coyote!

Uhm... Ok!
Nessuno sa parlare un vero inglese. Tutti quanti i presenti hanno un inglese di medio livello, più alto del Tizio, Caio o Sempronio che vivono da sempre in Italia ma quando lo parlano usano sempre lo stesso vocabolario, in un dialogo moscio, triste e da martellate sull'anagramma di ionico. E' una cosa inconscia, che colpisce anche me (nonostante sia un rinomato poliglotta) e che porta la gente a fare frasi brevi, smorzando alla base un qualsiasi voglia dialogo!
E tutto ciò secondo è brutto! Bruttissimo! Un po' come Polifemo dopo l'operazione al mento. E ti chiedi in fondo anche perché? In fondo all'università senti parlare un inglese un po' più articolato, ma poi ti ricordi che tu sei un dottorando e forse gli altri dottorandi sanno parlare un inglese migliore di quello dello studente master.

E quindi? Quindi niente! Non c'è una conclusione, solo uno spunto di discussione lanciato a quei pochi italiani che magari leggeranno questo blog in un impeto di estati. Continuerò ad andare alla Studenthouse perché in fondo è un posto divertente dove si conosce gente, ma rimane un po' di amarezza. Forse mi conviene rinforzare ancora un po' il mio inglese. E il mio danese. E il mio cinese. Ma vaff... 

PS: http://aauerasmus.blogspot.dk/ <--- E questo chi è?