domenica 30 giugno 2013

Evangelion 3.33: la recensione

Da sinistra a destra.
Due personaggi inutili, uno di colore, un altro tizio,
i tre tizi della plancia della serie, Ritsuko con i capelli corti,
capitan Har... Misato, la ragazza infermiera fan service,
la coppia gay, il vecchio amico di Gendo, Gendo con gli
occhiali nuovi, Ayanami clone, Asuka versione pirata,
Occhiali. 
Da appassionato di Evangelion che ha visto tutta la serie, End of Evangelion, Rebirth e i primi due film della nuova serie di quattro film Gainax, ieri mi sono accinto a guardare Evangelion 3.33 "You can (not) redo.".

Attenzione ora: lo dico ora per non ripeterlo più, questo articolo è stracolmo di spoiler. No, seriamente. Se non volete spoiler andatevene! Su! Sciò! Hasta la vista! Addio! Via! Goodbye! Farewell!

Bene! Ora che chi doveva andarsene se n'è andato direi che possiamo concentrarci sul film.
Alla fine del secondo film di Evangelion eravamo rimasti che Shinji aveva quasi scatenato il Third Impact, un finale d'impatto se, schiavi delle scene dopo i titoli di coda dei film Marvel, la Gainax non avesse messo una scena in cui l'Eva 01 veniva trafitto dalla lancia di Longino grazie ad un tiro ben mirato da parte di Kaworu (che chiude il film con occhioni dolci verso Shinji).
Vero?!? FALSO! FALSISSIMO! Il terzo film inizia 14 anni dopo i fatti salienti del secondo film mettendo confusione, paura, domande inespresse nella mente di Shinji e di chiunque ha visto il film.

Ma andiamo con ordine.

Cosa scatenano gli Impact?
Clicca quest'immagine per
una completa e chiara
infografica di tale cotanto
mistero,
La trama si apre con un combattimento nello spazio: scene velocissime, alto uso del computer, Asuka che riappare con la benda in stile pirata della serie Spongebob. Una scena di combattimento contro qualcosa (un angelo?!?!?!?) in cui si capisce poco, pochissimo e diciamo anche niente. La tizia denominata da Asuka e da noi "Occhiali" fa con dovere il suo dovere di fan service, sorridendo, facendo la rozza e sparendo nel giro di due-tre scene. La scena si conclude con Asuka che urla: "SHINJI! FA QUALCOSA!!!", succede qualcosa che si capisce poco e poi tutti si salvano. 

Cambio scena: Shinji finalmente compare, è sano, un po' confuso. Un po' come al solito è ad affrontare una visita medica. E vabbé! Non che questa sia una novità.
Improvvisamente Shinji incontra Capitan Harlock senza benda... cosa?!? E' Misato?!? Ma siete sicuri che sia lei? Cioè, fra la ciurma c'è anche il compagno ciccione e la tizia svampita che fanno tanto compagnia smarsa alla... no... dite che è proprio Misato... ma guardate! Ha anche la nave volante! E' Capitan Harlock! No? NO? Azz... sembra proprio Misato. E quella tizia coi capelli tagliati bionda? E' Ritsuko? Dite che non serve capirlo? Siete sicuri sicuri sicuri? No, perché in passato era un personaggio importante. Ok ok... 
In una serie di scene capitano nell'ordine: combattimento contro qualcosa (probabilmente un angelo), la rivelazione che a Shinji è stato messo un collare esplosivo alla Battle Royale, Shinji è reputato inutile (che novità!!!), si rivela che la nave volante va ad Eva 01, si scopre che la ragazzina infermiera fan service è la sorellina di qualche compagno di classe di Shinji, sono tutti più vecchi di 14 anni, si scopre che Asuka non invecchia a causa della maledizione del fan service (nei sottotitoli la definiscono "maledizione dell'Eva", ma sono sicuro che sia un errore di traduzione). A parte questo si scopre soprattutto che Capitan Har... Misato è a capo della Wille. 
Cos'è la Wille? Beh... sono combattenti nella libertà. Un po' come in Free Willy si lottava per la libertà per l'orca assassina, qua Wille lotta per la libertà dagli orchi assassini della Seele. Si capisce che, quindi, Capitan Misato combatte per la libertà! Capitan Misato! Capitan Misato!

Il film spiegato in un'immagine
In tutte queste rivelazioni Shinji si strugge per Ayanami: ed è proprio uno dei 3443 cloni di Ayanami che, a bordo dell'Eva 00, viene a recuperare Shinji. Shinji preso dallo sconforto prende coraggio e va con Ayanami, lasciando un po' di merda la povera Capitan Misato. Questa pensa se far saltare le cervelle a Shinji, ma ricordandosi che c'è ancora un'ora di film ci ripensa.

Salvato da Ayanami, Shinji reincontra suo padre Gendo. E' un incontro commovente che ricorda la prima puntata della serie: "Shinji! Sali sull'Eva!". 
A seguito di questo seguono scene patetiche di relazione Shinji-Ayanami, attimi di passione avvolgente fra Kowaru-Shinji (io avrei scommesso che ci scappasse anche il bacio), Shinji che impara a suonare il piano in trenta secondi netti, Shinji scopre la passione dei libri e cerca di condividerla con Ayanami.
Inoltre, mentre Gendo adora una testa gigante attorniata da corpi rossi, Shinji scopre cos'è successo negli ultimi 14 anni: Ayanami è morta (E vabbè!), la nuova versione di Ayanami è un clone della madre di Shinji (Sapevamo anche questa!), Shinji ha quasi scatenato il third Impact: praticamente quasi tutti sono morti, ci sono croci rilucenti dappertutto e la Nerv è stata praticamente ridotta ad un covo di macerie.

La serie prosegue con Kaworu che spiega a Shinji che per far tornare le cose a prima del Third Impact
Infografica, questa seria, che spiega
il mondo di Eva 3.33.
bisogna prendere assieme due lance. Perchè? Boh! A quanto si capisce dal film sembra che siano come un gigantesco pulsante << del registratore per tornare indietro.
Salvo che PA PA PANNN le due lance sono uguali e non diverse e quindi non si può tornare indietro (grazie tante! Lo dice anche il sottotitolo del film!). Shinji non lo capisce e, nonostante Kaworu, Asuka, la Occhiali, Asuka ancora, la tizia medica fan service gli abbiano detto di fermarsi, no! Niente! Lui va a prendere le lance dando inizio al fourth Impact.
Fortunatamente l'unico personaggio dotato di qualche senso logico (Kaworu) capisce la situazione e suicidandosi ferma il tutto. Nel frattempo Gendo dice che tutto va come previsto (ma previsto cosa? Hai parlato con la testa gigante di tua moglie fino a cinque minuti fa) e uccide tutti i membri della Seele.

Il tutto si conclude con Asuka che tira fuori Shinji dall'entry plug e, con Ayanami copia 3443°, si allontanano verso l'orizzonte.

Da questo riassunto ho tralasciato la montagna di scheletri, la grottesca esplosione dell'ammasso bianco sotterraneo, i cadaveri rossi senza testa, gli Infinity (che cosa sono?!?), la nave spaziale di Capitan Misato che va e viene senza finire Shinji una volta per tutte, Occhiali che si porta le bevande da bere nell'entry-plug e altre mille sottigliezze simili.

Dal secondo al terzo film, lo spessore dei personaggi subisce una pesante limatura. 
Shinji da bambino capriccioso che vuole salvare il mondo e scatena l'apocalisse diventa un bambino capriccioso che vuole salvare il mondo e scatena l'apocalisse.
Misato da donna forte e vigorosa diventa Capitan Harlock.
Gendo cambia montatura d'occhiali.
Ayanami muore e viene clonata perdendo tutta la memoria e ritornando alla versione di inizio primo film.
Ritsuko ha un nuovo taglio di capelli.
Asuka da ragazza complessata aggressiva diventa una donna con la benda e un cervello di una ragazzina quattordicenne.
Kaworu è chiaramente omosessuale. Ripeto! Peccato che non sia scoppiato il bacio con Shinji. Ci stava tutto! 
L'amico di Gendo, famoso per la frase "Erano tre anni che non andava in bagno" nella parodia "Evanghelion Uno sdoppiaggio infame", serve per rivelare parti della trama e per dare fastidio un po' a Gendo.

Quindi un film gradevole, da vedere con gli amici e quattro birrette in un pomeriggio d'estate. Il livello boiata colossale è alto, ma non supera il livello "Sucker Punch". Merita di essere visto per poi poter reagire con una serie di WTF continui com'è questo articolo da blog.

Vi lascio con la parodia Evanghelion per riequilibrare l'universo.


martedì 18 giugno 2013

In Cina (quarta parte)

Per la terza parte, clicca qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-terza-parte.html

Internet: ovvero come a parte occidentale corrisponde controparte orientale

Non ci crederete, ma anche in Cina va forte One Piece
("All'arrembaggio" in Italia).
Ma guardate quante belle action figure: ne ho trovato
un negozio pieno. 
E arriviamo all'ultima parte di questa epopea dedicata al mio glorioso viaggio in Cina.

E parliamo di Internet. In fondo diciamocelo: quante volte abbiamo letto in giro che ci sono problematiche con la rete in Cina? Il grande firewall cinese non è in fondo quasi leggenda?
Ed in effetti il grande muro internettiano esiste ed è possente: per intenderci questo blog, covo di maldicenze, crudeli verità e segreti alla Wikileaks, è difatti impossibile da accedere in terra Shanganese. Insieme a blog dediti alla cucina, alla politica e a tutti quelli che stanno sulle board Blogspot e Wordpress (praticamente il 50% dei blog della rete), "Elevato alla centotrentaquattresima" è bloccato in Cina.
Mal comune mezzo gaudio voi direte. Mah! Non tanto. visto che la versione in inglese di queste pagine dovrà essere pubblicata su Tumblr. Se voglio far leggere la mia versione della Cina ai cinesi purtroppo questa  è l'unica scelta ragionevole.
L'acqua San Pellegrino cinese.
Che cosa mi tocca vedere nell'aereoporto
Pudong di Shanghai?
A fare compagnia alle due board di blog ci sono tanti altri piccoli siti come Facebook, Twitter, Google+ e Youtube (più probabilmente altri in cui non sono incappato), scavalcano il muro informatico invece Linkedin e Pinterest. Se poi siete affamati di notizie italiane, non preoccupatevi che Corriere.it, Repubblica.it, qualsiasi_cosa_che_finisca_con.it è accessibilissima. Così per dare qualche notizia italiana ai cinesi, potrete divertirvi a fornire loro la versione cinese del Corriere.it: http://www.corriere.it/chinese/

E i cinesi come lo vivono questo blocco? Un mondo senza Facebook? Senza Youtube? Senza Elevato alla 134°?
In verità la vivono benissimo e senza alcun rimpianto visto che hanno tutte le alternative in formato cinese. Invece di Facebook utilizzano Renren, al posti di Youtube si divertono con Youku,  per twittare accedono a Weibo, Baidu è il loro motore preferito di ricerca. E non credete che siano una mera copia delle versioni occidentali. Al contrario! Sono in tutto per tutto siti parecchio grossi e ben organizzati con milioni di visite al giorno.
Molto utilizzato in Cina è, per esempio, QQ con circa 800 milioni di iscritti: questo programma ricorda molto il vecchio servizio Messenger di Microsoft (cioè MSN con
Un'altra di quelle pagode non proprio originali e di migliaia
di anni, ma che fa comunque molto chic.
videochat + semi blog con connotazioni social network + hotmail). Il servizio di messaggistica alla Skype è scaricabile liberamente, in inglese, da qua. Carina la versione sistema operativo online di QQ che si può trovare qua: http://web.qq.com/
Un altro servizio di messaggistica molto interessante e utile è Wechat: è praticamente identico a Whatsapp ma a qualche sfizio in più, completamente gratuito ed in inglese. Potete scaricarlo da qua.
Se andate a Shanghai e volete mantenere facilmente i contatti con i ragazzi cinesi, QQ e Wechat sono fondamentali.

Per comunicare con il vecchio continente ho usato principalmente Skype e QQ. Entrambi i programmi hanno funzionato egregiamente a discapito di qualche ovvio problema di connessione (immagine scrausa. audio che ogni tanto va e viene, connessione che salta il trampolino).
Anche Whatsapp e Viber mi hanno funzionato egregiamente. Curiosamente mi arrivavano le notifiche di Twitter e Facebook ma non riuscivo a leggerle. Dannazione! Avrei dovuto connettermi con qualche proxy aggirando il firewall cinese per togliermi la curiosità di cosa mi scrivevano. XD
Il mio smartphone con scheda ricaricabile danese TDC e quella con scheda ricaricabile italiana Vodafone non mi hanno mai funzionato, ciononostante ho visto che il cellulare con abbonamento danese TDC del mio professore non ha avuto alcun problema di connessione (ad eccezione del costo astronomico delle telefonate).
Una foto del genere l'avevo già postata
un anno fa. Ma a me fa sempre impressione
vedere come le strade cinesi possano
essere a più strati.
Provvisto comunque di numero cinese sono riuscito a comunicare senza problemi con tutti i cinesi. Inoltre il mondo esterno riusciva a contattarmi ma io purtroppo non riuscivo a contattare loro. Nel mio periodo col numero cinese sono stato inondato di SMS pubblicitari in lingua cinese: fantastico leggermi queste cose dal linguaggio ideografico.

I studenti internazionali in terra cinese: ovvero come la gente va in Cina per parlare col mondo

Ciononostante il problema principale per uno studente internazionale non è quello di entrare e stare in contatto coi cinesi (può essere difficile se non si ha le corrette amicizie). Il problema più complesso è cercare di rompere la ghettizzazione internazionale in cui tutti i non-cinesi sembrano auto imporsi. Uscire dal contesto internazionale per stare con gli autoctoni è sempre difficile e la Cina non fa eccezione. Girando con Bao ho visto tanti internazionali, ma ben di rado questi facevano gruppo coi cinesi. Leggermente più caotici, a bere birra sul prato o dal ritorno di una lezione di lingue, gli studenti di altri stati si distinguevano come gocce di petrolio nell'oceano: pochi nel tanto, ma chiaramente visibili.
Lo studente internazionale quando arriva in Cina è spaventato e cerca l'aiuto delle altre persone che stanno
Molti dei pacchi postali venivano distribuiti all'aperto.
Così per far prendere loro aria, se no stanno sempre al
chiuso e diventano grassi e pigri.
vivendo o hanno vissuto la propria situazione: è quindi automatico per molti di essi ritrovarsi a stare con altri del proprio stato. La reazione è normale, specie quando poi porta a scoprire comunque altre culture (ad eccezione di quella del luogo). Il mio consiglio ciononostante è, dopo un mese, di farsi la domanda: "Sto veramente vivendo la Cina?". Se la risposta è no, si può fare la scelta se continuare con la splendida vita internazionale o provare ad impegnarsi ad entrare nella cultura del posto: può essere difficile ma può portare a grosse soddisfazioni, nonché ad un bagaglio di curiosità ben più grande del semplice stare in compagnia e divertirsi (benché in un ambito semi-globale).

Con questo è tutto. C'è un'ultima parte in cui elenco brutalmente piccole disavventure in una lista a punti circolari uniformi. Immaginate questa parte come i titoli di coda che scorrono con accanto le scene degli errori dietro le quinte.

Ed ecco a voi il motorino con lo scaldamani. invernale
Ne ho visti più di uno. Una genialata che non ho visto
nemmeno in Italia.
Piccoli appunti in vari punti: ovvero i titoli di coda
  • Il primo giorno che sono arrivato in Cina ho beccato in stazione un taxi falso. Mi ha approcciato chiedendomi se avevo bisogno di un taxi e poi ho pagato 40€ invece della metà. Damn!
  • Oltre agli Yuan locali, ci sono i Mao. Cioè 1 Euro vale 7 Yuan. Ma ci sono anche monete da un mao e cinque mao che equivalgono a 0.1 e a 0.5 Yuan. Mi sono ritrovato il portafoglio piene di queste monetine più e più volte.
  • Per ascoltare la musica da internet, Bao mi ha mostrato un bel programma cinese che potete scaricare anche voi da qua. Purtroppo è completamente in cinese e talvolta la formattazione sul mio computer andava a farfalle.
  • Il cibo cinese può essere piccantissimo. Procuratevi riso, riso e tanto riso. Oltre ad essere divertenti, il riso aiuta. Specie se l'acqua che vi servono è rovente e non è possibile bere sull'immediato senza un ustione di quindicesimo grado.
  • In un ristorante è caduto a 5 metri da me una parte del soffitto in cartongesso. Io e Bao abbiamo
    Una delle ultime vedute di Shanghai
    dal mio appartamento.
    deciso di non continuare a mangiare lì perché secondo Bao ad una sfortuna può seguire una sfortuna più grande. Comunque anche per lui era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
  • Anche gli Starbucks in Cina hanno il Wireless: fantastico che per usarlo bisogna connettersi a Wechat. XD
  • Certe volte c'era talmente tanto inquinamento che il cielo sembrava completamente arancione: il misterioso gioco luci e ombre della combo da inquinamento atmosferico e luminoso.
  • Le auto viste a Shanghai sono quasi tutte,  al contrario di quanto si possa pensare, parecchio grosse. Si può superare da destra e sinistra.
  • I motorini sono ovunque, i motociclisti vanno senza casco, certe volte contromano e qualche volta anche sul marciapiede. Yeeheee!!!
  • Era da anni che non vedevo così tante motociclette in giro.
  • Quando sono andato a Nanjin Xilu, la via principale della città, c'era tantissimo fumo a causa di qualche incendio da qualche parte della via. Ci siamo riparati in un negozio per evitare il fumo, comunque sparito dopo poco meno di un'ora.
  • Ho avuto problemi a scaricare i torrent, il divertente è che potevo accedere al sito senza problemi ma poi per scaricare quel dannato file torrent (per scaricare poi il film) si bloccava. Uff...
  • Nessun problema col bancomat. Se usate una carta europea (Mastercard o VISA) ricordatevi di selezionare l'inglese all'inizio. Se continuate col cinese rischiare 1) di non capire niente 2) che il bancomat non si colleghi a qualche collegamento internazionale.
  • In Cina gli appartamenti più ambiti sono quelli al piano terra, non quelli al piano più alto.
  • Quando andate in bagno portatevi dietro dei fazzoletti di carta. Spesso e malvolentieri la carta igienica non esiste (specie in università). Io, dopo la prima spiacevole sorpresa, mi sono portato in ufficio un rotolo di carta igienica da usare nell'evenienza.
  • Fine? Non proprio, ora, come scritto in quest'ultima parte, andrò a scrivere la versione in inglese su tumblr così anche dalla Cina chi vorrà potrà accedere e leggere qualcosa. Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento! Grazie per avermi letto e alla prossima! 
  • Link a tumblr: http://x134.tumblr.com/ (attualmente vuoto e in aggiornamento perenne).

mercoledì 12 giugno 2013

In Cina (terza parte)

Guarda nell'angolo! Un antichissimo
Starbucks coffee del XVI secolo!
Per la seconda parte, clicca qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-seconda-parte.html


Il turismo in Cina: ovvero dove finire dove c'è veramente tanta tanta tanta tanta tanta e ancora tanta gente

Ed eccoci alla terza parte di descrizione del mio viaggio in Cina.

Il primo maggio in quasi tutte le parti del mondo è la festa internazionale del lavoratore, la Cina, da bravo paese comunista non fa eccezione, e ha dato il via libera ai cittadini cinesi di festeggiare il giorno preferito dai sindacalisti italiani. Purtroppo il primo maggio 2013 cadeva di mercoledì, quindi un giorno solo di vacanza per i cinesi: troppo poco avranno pensato le teste cinesi per una festa così communisticamente importante. Che cosa fare quindi? Semplice. Per gli statali sabato e domenica di quella settimana sono diventati lavorativi, mentre lunedì e martedì si sono trasmutati in festivi. E io, da bravo dottorando a lavoro dentro all'università cinese mi sono ritrovato incastrato in questo gioco di giorni.

L'imponente edificio contenenti le antiche
vestigia dei turisti che incautamente sono
entrati per visitare tutti i negozi
all'interno di esso.
Ho approfittato quindi di questi giorni per diventare uno di quei classici crudeli e malfamati individui che si aggira tutti i giorni nelle nostre amate città italiane: mi sono tramutato in un turista. 
Sprovvisto dai miei amici cinesi, in vacanza in posti lontani, mi sono avventurato da solo per la grande megalopoli cinese.
Prendere la metro non è stato difficile: in precedenza avevo, infatti, comprato con Bao una carta ricaricabile per usare tutti i mezzi di trasporto di Shanghai (metrò, bus, taxi, traghetto). Salgo un po' spaventato, ma il timore è completamente ingiustificato: le indicazioni sono chiarissime, spiegate con un discreto inglese e facili da seguire. Chi ha un minimo di dimestichezza con inglese e metropolitane non avrà mai difficoltà a Shanghai.

I luoghi turistici sono una cosa impressionante; almeno a Shanghai ho avuto continuamente una sensazione di finto fintissimo fasullo (Shuozhou da questo punto di vista è molto meglio). Tutte le costruzioni fatiscenti cinesi sembravano tutte terribilmente nuove tanto che sembrava quasi sentire nell'aria l'odore della plastica da prodotto appena aperto. Tengo a precisare che non tutto è brutalmente falso: forse, probabilmente ed ipoteticamente credo di aver visitato un tempio abbastanza antico. Non ne sono proprio sicuro però.

E questo, cari lettori, è un cavallo fatto col caramello
fondente! 
Tali luoghi, inoltre, sono fatte apposta per due tipi di umanoidi:
  • il turista occidentale: quindi negozi con paccottiglia a prezzo astronomico da contrattare fino allo sfinimento (immancabilmente tuo), McDonald, KFC e Starbucks, ristoranti con menù inglese non di qualità con prezzi assurdi. Niente H&M o altri negozi di moda occidentale che si trovano immancabilmente in tutti gli altri centri commerciali.

  • il turista cinese: a cui vengono forniti un numero impressionante di negozietti a 5-10 Yuan e tantissime bancarelle per spuntini veloci (con cibo troppo cinese per essere ordinato spontaneamente da un occidentale).
Presso ogni divinità c'era qualche persona
che si fermava per fare qualche preghiera.
Questo miscuglio di negozi e false strutture architettoniche porta la gente a frotte. Talmente tanti turisti che per farsi spazio fra la gente in tali luoghi bisogna far rivivere gli antichi insegnamenti marziali sopiti nel proprio spirito ancestrale.

Questo è il mausoleo di Nanjing che mi sono
trovato a visitare. Più spettacolare da fuori
che da dentro. E si! Sto postando tante foto
con lo scopo crudele di rovinare la
formattazione di questo blog.
Al contrario di quanto si dice, non ho visto tantissimi falsi, ma è anche vero che 1) non sono andato a cercarli, 2) probabilmente le Converse che ho comprato (tra l'altro comodissime) probabilmente sono false, quindi non fidatemi del mio più che sindacabilissimo giudizio, 3) l'anno scorso hanno cercato di rifilarmi a 50€ (poi contratte a 30€) una scacchiera cinese dal valore di 5€ (no, non sono stato così ingenuo a comprarla alla fin fine). Fate attenzione alla contrattazione! Io l'ho sempre evitata a prescindere conoscendo quanto sono ingenuo con questo genere di cose.

Un Buddha guerriero. Almeno credo... O_o...
Quelle alle pareti sono tanti piccoli
deliziosi Buddhini. 
Nei miei giri turistici sono anche finito in qualche tempio che presumo di tipo Buddhista. Ovviamente, in caso di errore, concedo qualsiasi esperto religioso-orientale cinese a picchiare il Dio del commercio protettrice delle città in mia vece. Da persona educata a visitare quasi tutte le chiese del vecchio continente, non mi sono tirato indietro. Ho visitato due tempi buddhisti e due mausolei (questi ultimi a Nanjing) rimanendo meravigliato di quante divinità sono adorate e di quanti momenti di storia il nostro mondo occidentale non è a conoscenza. Uno dei tempi buddhisti era dotato di una bella pagoda: ogni piano era dedicato ad un differente Buddha. Ho trovato curioso che molte delle monete offerte erano incastrate all'interno delle piccole manine dei numerosissimi Buddhini che rivestivano le pareti della pagoda.



Parchi parcosi parchetti: ovvero "Aria! Aria! Ho bisogno di aria!"

Oh! Il piccolo laghetto all'interno del parco.
Questo è stato il momento in cui mi sono accorto di essermi
perso e di dover raggiungere i grattacieli sullo sfondo.
Una delle cose più fastidiose di Shanghai è l'inquinamento: numerose le persone andare in giro munita di mascherina di fronte alla bocca. E' quindi automatico spesso voler andare a riposarsi nei parchi a respirare un po' di aria pura (di verde a Shanghai ce n'è, basta saperlo trovare).
Io ho fatto il grave errore di andarci il primo di maggio, dopo due giorni di turismo. Ora. Immaginatevi un momento come sono i parchi in Italia il primo di maggio di solito (no, non quest'anno): bambini dappertutto, famiglie che gironzolano sfruttando i primi raggi di sole semi-estivo, coppiette da clima primaverile, ragazzi che giocano a pallone, a carte o che prendono il sole. Ecco! Tanta gente giusto? Tanto che non si trova posto? Moltiplicate tranquillamente la cosa per dieci e avrete il numero di gente che c'era nel parco dove volevo rilassarmi.
Ecco! Se volete acquistare la più costosa Coca-Cola
di Shanghai basta che andiate in direzione della Pearl Tower.

AAAH!!! Tantissima gente! Si riusciva a camminare solamente perché il parco era di notevoli dimensioni, ma per sedermi in un posto decente ho dovuto vagare all'interno di esso per una buona ora. Girovagando fra le viette del parco e sentendo diverse musiche di tipo tradizionale cinese (spesso accompagnate da una specie di violino-mandolino), ho notato che uno degli sport più amati dai cinesi, subito dopo il ping-pong, è il badminton. Non avete presente? Quello giocato da Lady Cocca nel cartone animato di Robin Hood della Disney. Gli piace tantissimo ai cinesi. 

Tutte quelle pertiche sono per asciugare
gli abiti all'aperto nella "pulitissima" aria
Se però pensate che questo sia un clima idilliaco, credo che purtroppo dobbiate un po' rimangiarvi il pensiero. Dando un'occhiata alle mamme che accudivano i bambini che giocavano coll'aquilone o con l'ipad, ai vecchi che tenevano d'occhio le partite di scacchi cinesi o ai ragazzi che stavano con la ragazza sotto ad un parasole (bianco è sexy, abbronzato non tanto), non ho notato quel sorriso che, invece, si vede solitamente nei parchi italiani. Un italiano tende a staccare la mente quando va a rilassarsi (o almeno io faccio così), i cinesi mi hanno fatto l'impressione di continuare a pensare ai loro problemi. Non riescono mai completamente a stare distante con la testa dal mondo del lavoro.
Ho vista poca felicità e, parlandone in giro, ho avuto conferma di questo malessere sociale da più cinesi. Per citare le cose che ho sentito dare più fastidio ai cinesi: la forte corruzione dovuta al mancato rinnovo elettorale, i debiti per poter acquistare la prima casa, i genitori a carico dei figli unici e la forte concorrenza in tutti gli ambiti lavorativi. Se riuscite a diventare amico di qualche cinese non siate meravigliati di sentire parlare di questo: tutto il mondo è paese in fondo e la Cina non si discosta moltissimo dalle problematiche che tutti gli italiani colpiti dalla crisi conoscono già benissimo.
D'altronde è anche vero che un occidentale in Cina sarà sempre trattato con parecchio rispetto e, se decide di vivere ai margini della società cinese, potrebbe non notare spesso questo disagio sociale.




martedì 4 giugno 2013

In Cina (seconda parte)

Per la prima parte, clicca qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-prima-parte.html

Questo è pesce alle braci in acqua bollente ricolma
di peperoncino estremamente piccante.
Un piatto estremamente squisito.
Il cibo cinese: ovvero voglio mangiare fino a scoppiare ma con cortesia

Ed eccoci qua con la seconda parte della mia esperienza in terra cinese. Visto che nell'ultimo paragrafo ho accennato di cibo direi ch'è un peccato non continuare su questo filo del discorso.
Ecco lì il ristorantino cinese ove sono andato più volte.
Le vie cinese sono praticamente stracolmi di questo
 tipo di negozi ove potete mangiare dal cinese tradizionale
 ai noodles, dal cibo coreano a quello giapponese.
Come in Italia, il momento del pranzo o della cena, è fondamentale per un cinese, ma, al contrario del nostro italico e (attualmente non) soleggiato paese il costo della vita è bassissimo. Quindi il numero delle portate che si trova su di un tavolo di quattro persona si aggira sempre sulla decina abbondante.
Dimenticate ora, per favore, i cibi che mangiate al sushi-woke o ai ristoranti cinesi europei: le vivande cinesi sono di tutt'altro livello qualitativo (in positivo) e vanno dal riso ai noodles, dagli involtini ai ravioli cinesi, dal pesce alla brace alle verdure saltate. Cose che quando sono tornato nella mensa danese del mio dipartimento quasi mi mettevo a prendere a piangere per lo sconforto (Perché cucinate così da schifo in Danimarca?!? Perché?).

Se siete in terra cinese quindi non siate timidi con il mangiare e provate tutto quello che potete, cambiando  il ristorantino ove mangiate senza fossilizzarvi con quelli che offrono menù in inglese (a mio parere più cari e di bassa qualità). Sapere il cinese in questo caso è molto utile, ma io sono andato benissimo anche senza.
Grazie alla mia grande abilità gestatoria e ad un menù con diverse immagini (sono molto comuni questi tipi di menù) sono quasi sempre riuscito a farmi comprendere. Solo ad un pranzo ho dovuto chiamare a me i potenti poteri mistici di Google Translate.

Ed ecco qua la lettera di cui a lato. Notate
come scrivo bene il cinese. Gli anni di disegni astratti
sui diari del liceo sono serviti a qualcosa.
Consiglio sempre di essere cortesi con i camerieri, l'uso quindi di due semplici parole come "Xiexie" (Grazie) e "Bukeqi" (Prego) possono rendere veramente più amichevole l'ambiente in cui si sta mangiando.
Nel mio periodo di tre mesi, mi sono trovato molto bene in un ristorantino di cibo musulmano-cinese (nord est della Cina): cibo buono e prezzi bassi. Grazie al fatto che mi sono fatto vedere spesso e che sono sempre stato cortese, era nato quasi un rapporto d'amicizia col proprietario del posto. Quando me ne sono dovuto tornare in terra vichinga, mi sono fatto dettare un biglietto in cinese dalla mia ragazza per ringraziarlo dell'ottimo servizio ricevuto. Volevo anche dargli una mancia di 100 Yuan, ma ha rifiutato preferendo darmi un abbraccio e offrendomi la cena.

Ultimo consiglio sul cibo: se fate la spesa evitate i noodles rapidi. Talvolta sono buoni, ma sono un terno al lotto. Rischiate crampi allo stomaco parecchi forti se fate la scelta sbagliata a base di noodles iper-piccanti. Fate attenzione, parlo per esperienza personale.

Il campus cinese: ovvero come vivere in una mini-città

L'entrata della East China Normal University.
Notate la possenza e l'eleganza del maestoso ingresso.
Il campus cinese: ovvero il posto ove gli studenti studiano, dormono, mangiano, fanno sport e vivono. Letteralmente uno studente universitario dentro al campus della East China Normal University non avrebbe bisogno di uscire dalle porte dell'univerisità per poter sopravvivere: dentro di esse sussiste una piccola città. Diversi edifici adibiti alle lezioni universitarie, numerosi dormitori e convitti, parecchi ristoranti e negozi, qualche impianto sportivo, un ambulatorio, una piccola stazione di polizia, una banca, una piscina (funzionante solo d'estate), un paio di posti ove sono accumulati i pacchi di posta all'aperto.
L'importanza di dare numerosi servizi è cosa dovuta in quanto, fra "triennale" (che dura 4 anni), "magistrale" (3 anni) ed eventuale dottorato (3 o 4 anni), numerosi studenti dovranno convivere per lungo tempo.

La statua di Mao che aspetta l'autobus.
I dormitori sono divisi in relazione del sesso (no, non molto da una parte e poco dall'altra), della provenienza (da una parte i cinesi, da un'altra gli studenti internazionale) e  dal livello di studio (docenti da una parte, studenti da un'altra). Non ho avuto modo di visitare lo studentato degli internazionali che immagino sia di tutt'altro livello rispetto a quello dei cinese, però sono entrato in quest'ultimo.
Le stanze degli studenti cinesi non sono grandissime. Il mio amico cinese Bao divideva la camera con altre quattro persone e, per l'appunto, la stanza era costituita da quattro letti a castello. Il letto di sopra per dormire e la parte sotto, priva di letto ed adibita a scrivania / barra / armadio.
Col fatto che tali convitti sono inoltre privi di cucina, la maggior parte dei cinesi incontrati non sapevano cucinare, preferendo andare ad uno degli economici, ma buoni ristoranti del campus (o nelle vicinanze di esso).

Bello il fatto che lo stare nel campus sia stato l'equivalente di rimanere all'interno di uno dei polmoni verdi di Shanghai: un gran numero di piante e un fiume di ampia grandezza mi hanno permesso di prendere fiato dall'inquinatissima città asiatica. Ho trovato gradevole persino entrare nell'università con la marcetta semi-militare cantata a squarciagola da una ragazzina (Yi! Ar! San! Si! Wu! Liu! ... ) per accompagnare gli esercizi ginnici della mattina (mai capito dove li facevano).

Il mio appartamento. Notate il televisore con il tubo
catodico più grande del mondo!
Me essere italiano: ovvero la miniguida delle cose che ci sono e che non ci sono

Come italiano, nel mio appartamento ho notato alcune mancanze. Tralasciamo la mancanza del bidet che, vabbè, ci si fa l'abitudine se si va a vivere all'estero.
Un italiano noterà immediatamente l'assenza del riscaldamento e del forno. Si... avete letto bene. A meno che non prendiate una stufetta elettrica o attaccate l'aria condizionata verso il caldo, d'inverno rischiate l'assideramento polare. Fate attenzione quindi di non arrivare privi di qualcosa con cui scaldarvi. Per il forno, mi spiace... ma è così! Niente forno! Quindi niente panini fatti in casa, niente pasticcio della nonna, niente torte di mele alla Nonna Papera. Ovviamente potete sempre rivolgervi al buon forno a microonde.

Ci sono diversi bar dovete potete bere
ottimi caffè in Cina. Ma non avendo portato
la mocca, l'unica alternativa faidatè per il caffè
è stato il caro vecchio Nescafè.
Fate attenzione anche alle prese della corrente: ce
ne sono di due tipi. Una ha la forma molto simile a quella tedesca (e funziona anche bene con le spine tedesche), ma l'altra presa ha una struttura tutta sua. Comunque il trasformatore costa niente.

Il televisione funziona con il decoder e potrete vedere numerosissimi programmi in lingua cinese. C'è qualche canale in inglese, ma non aspettatevi grandi cose: sono fatti per istruire la gente a parlare l'idioma della regina madre, quindi con programmi quali "Turisti in Australia" o "Come trovare oggetti d'antiquariato all'interno della Cina". Canali come CNN o BCC non ci sono (e dubito ci saranno mai).
Se sperate, inoltre, di trovare una console da salotto da attaccare al televisore avete sbagliato paese. Le console sono bloccate in Cina (forse il Nintendo DS e la PSP sono però disponibili) con tutto lo sconforto che un giocatore internazionale può avere (Non sanno cos'è una Playstation o una XBox!!!).

Da bravo italiano poi ho cercato di farmi da cucinare italiano e in qualche modo me la sono cavata: l'olio d'oliva si trova praticamente dappertutto, idem la pasta. Qualche difficoltà a trovare il condimento "erbe italiane" contenente rosmarino, origano e prezzemolo tutti in uno. Grande avventura la ricerca del Parmigiano e di una salsa di pomodoro che non fosse ketchup: grazie Carrefour!

Continua qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-terza-parte.html




domenica 2 giugno 2013

In Cina (prima parte)

Riassunto delle puntate precedenti
Le magliette fighe che si trovano
all'H&M di Shanghai
L'autore di questo blog sta vivendo spinto dalle correnti del destino. Dopo essersi laureato in matematica, l'autore inizia un dottorato nella punta della Danimarca in una delle prime città del mondo in ordine alfabetico: Aalborg. Non contento, il sottoscritto, seguendo le istruzioni del PhD, finisce per tre mesi (un po' meno in verità) dall'altra parte del mondo. Più precisamente a Shanghai, Cina.
Questo articolo vuole parlare proprio di com'è stata quest'esperienza all'estero.
Non vi nego che vorrei seguire una storia che ha un capo e una coda, quattro gambe, un collo e due occhi, ma la cosa sarebbe noiosa per voi, tediante per me e leggermente fuori luogo per il lettore occasionale ("Ciao lettore occasionale! In alto le mani!"). Quindi inzupperò questa pagina di blog con curiosità e sottigliezze inutili e fuori luogo, con sotto titoli ad effetto per attirarvi alla lettura. Ultima cosa: questo articolo è solo un'esperienza personale, non basata su statistiche e quindi piena di errori, luoghi comuni e stereotipi che possono generare odio, raccapriccio e desiderio di insegnare all'autore come volare senza paracadute. Dulcis in fundus: ho diviso questo articolo in più parti. 

L'inglese in Cina: ovvero perché chi trova un cinese che parla in inglese, trova un tesoro

Per la gioia di vecchi e bambini i cartelli delle vie
sono scritti anche nella lingua di Albione.
Se prendete la metro inoltre una voce suadente e sensuale
vi dirà la fermata in inglese idioma.
Pure sul bus le fermate appaiono scritte in anglosassone.
Partiamo da ulteriori premesse: non so una ceppa di cinese, ho un discreto inglese, posso essere logorroico in italiano. Inutile quindi dirvi che per tutti i tre mesi sono stato seguito e aiutato da un ragazzo cinese venticinquenne. E' nata una buona amicizia con questo ragazzo che spero potrà proseguire in qualche modo nei prossimi anni. 

Nasce da qua un mio non rapido consiglio che ripeterò più e più volte: se andate in Cina per un periodo medio-lungo fate amicizia con qualche cinese che sappia un buon inglese. Non fidatevi dei vostri amici cinesi/italiani/australiani che vi dicono: "Shanghai è cosmopolita. Tantissimi sanno parlare in inglese!!!!1!111!!!". Purtroppo in molte cose la Cina è la versione in grande e più problematica dell'Italia. Per esempio nel parlare l'inglese noi italioti ci possiamo riflettere abbastanza: tutti bene o male dicono di saperlo, ma quando poi chiedi alla cameriera "Where is the toilet?", la risposta è qualcosa del tipo: "You... vai... destra... mmmh mmh (movimento della mano per far capire)". Lo stesso è in Cina, ma un po' peggio. Avere un amico che lo sappia parlare è cosa buona e giusta, vostro dovere e fonte di salvezza. 
Per farvi un esempio il primo mese sono dovuto andare all'ospedale: senza il mio amico cinese, mai e poi mai, sarei riuscito ad avere una visita dal dottore e forse ora non sarei qua a rompervi le meringhe.
Nelle università non dovreste avere grossi problemi a trovare qualche cinese che voglia parlare cinese, più difficile trovarne qualcuno che lo sappia parlare bene: non scoraggiatevi e se siete persone che studiano cinese approfittatene per fare uno scambio ambivalente da entrambe le parti ("Io parlo in cinese con te, te parli in inglese con me").

La salute in Cina: ovvero come mi hanno salvato la vita

Visto che si parla di acqua ecco una foto del fiume che passa
all'interno del campus universitario in cui mi trovavo.
Come avete letto nel paragrafo sono stato male in terra cinese. Fermi, stop! Non lanciate allarmismi!
E' vero, c'è una mezza aviaria in Cina e per questo ho evitato di mangiare polli e anatre negli ultimi due mesi, ma non è stato quello a farmi stare male.

E NO! Non è stata nemmeno l'acqua non propriamente ben filtrata: da bravo bambino istruito dalle regole sanitarie europee ho sempre bevuto acqua in bottiglia e il tè l'ho preparato sempre con acqua bollita ad altissime temperature. E si! Anche l'acqua da bere dell'università è ad alte temperature. Come in Italia abbiamo le fontanelle d'acqua fresca, qua in Cina negli uffici hanno i distributori d'acqua bollenti per il tè (che io ho usato per farci il Nescafè). Quindi non dite che sono stato incauto: non è colpa della Cina. Anzi... a dirla è il contrario. Sono stati loro a curarmi.

La colpa viene originariamente dalla Danimarca: mi sono preso un'influenza, ho iniziato a prendere del paracetamolo per curarmi la febbre e ho esagerato con la quantità. I dottori danesi non capendo cosa fosse mi hanno detto di prendere più paracetamolo col risultato che poi in Cina sono stato anche peggio. Fortunatamente il dottore cinese ha compreso cosa avevo e si sono messi di buona lena nel curarmi.

Il mio libretto sanitario cinese (un po' censurato)
Ma lo sapete che anche i dottori cinesi hanno
una scrittura da gallina?
Parentesi quindi sulla medicina cinese: l'ho trovata molto buona e relativamente a basso prezzo. Con migliaia di pazienti al giorno, mi hanno fatto le analisi del sangue in una mezz'ora di tempo e sono stato visitato in poco tempo. La prassi cinese poi è stata quella di mettermi sotto flebo per un'intera settimana. Una rottura di scatole che però ha funzionato e mi ha fatto stare meglio.
Per ricollegarmi una seconda volta al paragrafo precedente: l'amico cinese è stato fondamentale. Ad eccezione del primario, nessuno nell'ospedale era capace di parlare in inglese. E' d'altronde vero che in tale impianto medico, c'era tutta un'altra area più costosa, probabilmente meglio attrezzata e in inglese che non ho  minimamente esplorato. Consiglio, quindi, proprio per queste emergenze, di avere sempre l'aiuto di un conoscente cinese (L'ho già detto? Pazienza! Repetita iuvant!)

Costo della vita: ovvero sono ricco come Mida

Passare dalla costosissima Danimarca alla Cina è stato praticamente uno shock. Mi sono sentito improvvisamente miliardario: servizi, abiti e cibo sono ad un prezzo ridicolo per un qualsiasi europeo.
Tutti ordino uno, due o tre piatti. I piatti vengono messi
al centro in un porta vivande che può girare su di un
fulcro centrale. Da lì gli avventori possono scegliersi il cibo
con le bacchette.
Alcune cifre per dare l'idea ricordandovi che 8 Yuan = 1 Euro: visita dal medico di cui sopra 15 Yuan, piatto di noodles in brodo+uovo+verdura 11 Yuan, cena abbondante per quattro persone con una decina di portate 210 Yuan, Taxi per tratta breve 20 Yuan, autobus 1 o 2 Yuan, metro 7 Yuan. Le cifre sono basse o bassissime. 

Coloro che vogliono pagare caro comunque possono trovare il pane per i propri denti: beni tecnologici ed oggetti di marca rimangono con i prezzi europei (ad eccezione forse di qualche smartphone economico). Questo non ferma comunque gli abitanti di Shanghai per l'amore delle tecnologie: sono drogati per gli smartphone, iphone in primis. Sono rimasto impressionato dal numero di iphone accesi in contemporanea in metropolitana.
Altra cosa ad altissimo prezzo (ma tanto quanto gli standard milanesi) sono il costo delle case e degli appartamenti a Shanghai. Se volete sentire un cinese lamentarsi fino alla nausea, introducete il problema dell'acquisto di un'abitazione: gli shanghanesi potrebbero parlarvi ore di questo.

Ovviamente per i cinesi non è tutto rosa e fiori: a costo della vita basso corrisponde stipendio basso con tutti i contro se dovete acquistarvi casa, viaggiare all'estero o farvi una vita agiata.

Continua qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-seconda-parte.html