giovedì 15 novembre 2012

Fra studenthuset ed inglese

Studenterhuset! Notate lo stile, la grazia, la gioia di vita,
la vivacità, i colori, l'armonia!
Faccio un piccolo riassunto per coloro che si collegano solo ora a questo blog. Mi chiamo Stefano Martin e per uno strano gioco del destino ora come ora mi trovo a fare un dottorando (PhD per gli universitari) in matematica in una delle prime città del mondo in ordine alfabetico: Aalborg per gli amici, Olborg per i danesi.
Fine riassunto andiamo dritti al sodo: mi sto un po' stancando della vita internazionale di basso livello. 

Diciamocelo: la vita semi-Erasmus è divertente. Fai la tua ricerca, vai alla Studenthouse (per i non addetti ai lavori: un pub che il mercoledì sera è piena solo di studenti internazionali), partecipi a qualche party, sacrifichi un po' del tuo stipendio alla dea birra, esprimi il tuo orgoglio italiano... ma a dirla tutta ha rotto un po' quegli oggetti rotondi che vengono utilizzati per giocare a calcio (in gergo aulico "palle"). 
Questa sera sembrava una sera come una delle tante ma è capitato l'imprevisto, quello che non ti aspetti di leggere in un blog come questo, quello che quando vuoi un colpo di scena in effetti non pensi di sentire e, in effetti, quella di stasera è stata per l'appunto una serata come una delle tante. 
Ore 22.00 ci si trova con un amico e via! Si va alla Studenthouse! Che cosa vuoi di più dalla vita? Un gruppo di gente internazionale che fa festa e ci si diverte in compagnia. Giusto? Giustissimo. E' la norma della Studenthouse. Ma questa sera cosa c'è? Oh! Il raduno della gente di salsa? Ma che figata? Nono, non ho intenzione di ballare ma che cavolo! Ho fatto salsa con mezza della gente che c'è qua l'anno scorso, riuscirò a dialogare con qualcuno. E così è, in effetti! Si parla, si chiacchiera e ci si prepara a spararsi ad un piede con una pistola a piombini.

Il danese che lingua meravigliosa
come alternativa all'inglese!
Facciamo un breve elenco di come vanno ormai tutte le discussioni con persone che conosco (in inglese, ma tradotto in italiano per i non anglofoni e per quella persona che è capitata per sbaglio su questo blog da IGN):
- "Ehy! Come va?"
- "Ma non balli salsa?" / "Ti ho visto ballare! Sei brava!"
- "Ma non sei venuta all'ultimo party?"
- "Eh, ma ero impegnato con il progetto."
E questo è l'80% della discussione che si riesce mediamente a fare con delle persone alla Studenthouse. 
Con le varianti del primo incontro:
- "Ma sei italiano? Vaffanculo!" (Ahahah! Vaffanculo anche a te!)
- "Io sono stato in Italia per tre mesi e amo l'Italia"
- "Ma cosa studi?"
- "Matematica! Ma è difficile" / "Mi piaceva ma poi ho studiato scienza della coltivazione delle Tic Tac"

E a questo punto mi chiedo? Ma è colpa mia? Veramente sono diventato una persona che non sa di che cosa parlare? Mi avvicino ad un mio compatriota e sputo un discorso. E un po' come una persona che con un microfono fa "Ah ah... prova! Uno due tre", mi accorgo che, usando l'altro come tester, non sono io a non funzionare. So parlare umanamente senza sembrare un dannato ripetitivo condannato ad una pena eterna. Ma allora perché la gente sembra non saper parlare? Perché l'unica cosa per cui sono dotate di un apparato vocale sembra per ordinare una birra e stop? Ditemelo! E poi l'illuminazione! Lo strale dal cielo! Il manto di conoscenza che viene giù dal cielo sulle note stonate di "Tu scendi dalle stelle"! La verità che mi cade come un macigno alla Willy E. Coyote!

Uhm... Ok!
Nessuno sa parlare un vero inglese. Tutti quanti i presenti hanno un inglese di medio livello, più alto del Tizio, Caio o Sempronio che vivono da sempre in Italia ma quando lo parlano usano sempre lo stesso vocabolario, in un dialogo moscio, triste e da martellate sull'anagramma di ionico. E' una cosa inconscia, che colpisce anche me (nonostante sia un rinomato poliglotta) e che porta la gente a fare frasi brevi, smorzando alla base un qualsiasi voglia dialogo!
E tutto ciò secondo è brutto! Bruttissimo! Un po' come Polifemo dopo l'operazione al mento. E ti chiedi in fondo anche perché? In fondo all'università senti parlare un inglese un po' più articolato, ma poi ti ricordi che tu sei un dottorando e forse gli altri dottorandi sanno parlare un inglese migliore di quello dello studente master.

E quindi? Quindi niente! Non c'è una conclusione, solo uno spunto di discussione lanciato a quei pochi italiani che magari leggeranno questo blog in un impeto di estati. Continuerò ad andare alla Studenthouse perché in fondo è un posto divertente dove si conosce gente, ma rimane un po' di amarezza. Forse mi conviene rinforzare ancora un po' il mio inglese. E il mio danese. E il mio cinese. Ma vaff... 

PS: http://aauerasmus.blogspot.dk/ <--- E questo chi è? 


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