domenica 2 giugno 2013

In Cina (prima parte)

Riassunto delle puntate precedenti
Le magliette fighe che si trovano
all'H&M di Shanghai
L'autore di questo blog sta vivendo spinto dalle correnti del destino. Dopo essersi laureato in matematica, l'autore inizia un dottorato nella punta della Danimarca in una delle prime città del mondo in ordine alfabetico: Aalborg. Non contento, il sottoscritto, seguendo le istruzioni del PhD, finisce per tre mesi (un po' meno in verità) dall'altra parte del mondo. Più precisamente a Shanghai, Cina.
Questo articolo vuole parlare proprio di com'è stata quest'esperienza all'estero.
Non vi nego che vorrei seguire una storia che ha un capo e una coda, quattro gambe, un collo e due occhi, ma la cosa sarebbe noiosa per voi, tediante per me e leggermente fuori luogo per il lettore occasionale ("Ciao lettore occasionale! In alto le mani!"). Quindi inzupperò questa pagina di blog con curiosità e sottigliezze inutili e fuori luogo, con sotto titoli ad effetto per attirarvi alla lettura. Ultima cosa: questo articolo è solo un'esperienza personale, non basata su statistiche e quindi piena di errori, luoghi comuni e stereotipi che possono generare odio, raccapriccio e desiderio di insegnare all'autore come volare senza paracadute. Dulcis in fundus: ho diviso questo articolo in più parti. 

L'inglese in Cina: ovvero perché chi trova un cinese che parla in inglese, trova un tesoro

Per la gioia di vecchi e bambini i cartelli delle vie
sono scritti anche nella lingua di Albione.
Se prendete la metro inoltre una voce suadente e sensuale
vi dirà la fermata in inglese idioma.
Pure sul bus le fermate appaiono scritte in anglosassone.
Partiamo da ulteriori premesse: non so una ceppa di cinese, ho un discreto inglese, posso essere logorroico in italiano. Inutile quindi dirvi che per tutti i tre mesi sono stato seguito e aiutato da un ragazzo cinese venticinquenne. E' nata una buona amicizia con questo ragazzo che spero potrà proseguire in qualche modo nei prossimi anni. 

Nasce da qua un mio non rapido consiglio che ripeterò più e più volte: se andate in Cina per un periodo medio-lungo fate amicizia con qualche cinese che sappia un buon inglese. Non fidatevi dei vostri amici cinesi/italiani/australiani che vi dicono: "Shanghai è cosmopolita. Tantissimi sanno parlare in inglese!!!!1!111!!!". Purtroppo in molte cose la Cina è la versione in grande e più problematica dell'Italia. Per esempio nel parlare l'inglese noi italioti ci possiamo riflettere abbastanza: tutti bene o male dicono di saperlo, ma quando poi chiedi alla cameriera "Where is the toilet?", la risposta è qualcosa del tipo: "You... vai... destra... mmmh mmh (movimento della mano per far capire)". Lo stesso è in Cina, ma un po' peggio. Avere un amico che lo sappia parlare è cosa buona e giusta, vostro dovere e fonte di salvezza. 
Per farvi un esempio il primo mese sono dovuto andare all'ospedale: senza il mio amico cinese, mai e poi mai, sarei riuscito ad avere una visita dal dottore e forse ora non sarei qua a rompervi le meringhe.
Nelle università non dovreste avere grossi problemi a trovare qualche cinese che voglia parlare cinese, più difficile trovarne qualcuno che lo sappia parlare bene: non scoraggiatevi e se siete persone che studiano cinese approfittatene per fare uno scambio ambivalente da entrambe le parti ("Io parlo in cinese con te, te parli in inglese con me").

La salute in Cina: ovvero come mi hanno salvato la vita

Visto che si parla di acqua ecco una foto del fiume che passa
all'interno del campus universitario in cui mi trovavo.
Come avete letto nel paragrafo sono stato male in terra cinese. Fermi, stop! Non lanciate allarmismi!
E' vero, c'è una mezza aviaria in Cina e per questo ho evitato di mangiare polli e anatre negli ultimi due mesi, ma non è stato quello a farmi stare male.

E NO! Non è stata nemmeno l'acqua non propriamente ben filtrata: da bravo bambino istruito dalle regole sanitarie europee ho sempre bevuto acqua in bottiglia e il tè l'ho preparato sempre con acqua bollita ad altissime temperature. E si! Anche l'acqua da bere dell'università è ad alte temperature. Come in Italia abbiamo le fontanelle d'acqua fresca, qua in Cina negli uffici hanno i distributori d'acqua bollenti per il tè (che io ho usato per farci il Nescafè). Quindi non dite che sono stato incauto: non è colpa della Cina. Anzi... a dirla è il contrario. Sono stati loro a curarmi.

La colpa viene originariamente dalla Danimarca: mi sono preso un'influenza, ho iniziato a prendere del paracetamolo per curarmi la febbre e ho esagerato con la quantità. I dottori danesi non capendo cosa fosse mi hanno detto di prendere più paracetamolo col risultato che poi in Cina sono stato anche peggio. Fortunatamente il dottore cinese ha compreso cosa avevo e si sono messi di buona lena nel curarmi.

Il mio libretto sanitario cinese (un po' censurato)
Ma lo sapete che anche i dottori cinesi hanno
una scrittura da gallina?
Parentesi quindi sulla medicina cinese: l'ho trovata molto buona e relativamente a basso prezzo. Con migliaia di pazienti al giorno, mi hanno fatto le analisi del sangue in una mezz'ora di tempo e sono stato visitato in poco tempo. La prassi cinese poi è stata quella di mettermi sotto flebo per un'intera settimana. Una rottura di scatole che però ha funzionato e mi ha fatto stare meglio.
Per ricollegarmi una seconda volta al paragrafo precedente: l'amico cinese è stato fondamentale. Ad eccezione del primario, nessuno nell'ospedale era capace di parlare in inglese. E' d'altronde vero che in tale impianto medico, c'era tutta un'altra area più costosa, probabilmente meglio attrezzata e in inglese che non ho  minimamente esplorato. Consiglio, quindi, proprio per queste emergenze, di avere sempre l'aiuto di un conoscente cinese (L'ho già detto? Pazienza! Repetita iuvant!)

Costo della vita: ovvero sono ricco come Mida

Passare dalla costosissima Danimarca alla Cina è stato praticamente uno shock. Mi sono sentito improvvisamente miliardario: servizi, abiti e cibo sono ad un prezzo ridicolo per un qualsiasi europeo.
Tutti ordino uno, due o tre piatti. I piatti vengono messi
al centro in un porta vivande che può girare su di un
fulcro centrale. Da lì gli avventori possono scegliersi il cibo
con le bacchette.
Alcune cifre per dare l'idea ricordandovi che 8 Yuan = 1 Euro: visita dal medico di cui sopra 15 Yuan, piatto di noodles in brodo+uovo+verdura 11 Yuan, cena abbondante per quattro persone con una decina di portate 210 Yuan, Taxi per tratta breve 20 Yuan, autobus 1 o 2 Yuan, metro 7 Yuan. Le cifre sono basse o bassissime. 

Coloro che vogliono pagare caro comunque possono trovare il pane per i propri denti: beni tecnologici ed oggetti di marca rimangono con i prezzi europei (ad eccezione forse di qualche smartphone economico). Questo non ferma comunque gli abitanti di Shanghai per l'amore delle tecnologie: sono drogati per gli smartphone, iphone in primis. Sono rimasto impressionato dal numero di iphone accesi in contemporanea in metropolitana.
Altra cosa ad altissimo prezzo (ma tanto quanto gli standard milanesi) sono il costo delle case e degli appartamenti a Shanghai. Se volete sentire un cinese lamentarsi fino alla nausea, introducete il problema dell'acquisto di un'abitazione: gli shanghanesi potrebbero parlarvi ore di questo.

Ovviamente per i cinesi non è tutto rosa e fiori: a costo della vita basso corrisponde stipendio basso con tutti i contro se dovete acquistarvi casa, viaggiare all'estero o farvi una vita agiata.

Continua qua: http://x134.blogspot.dk/2013/06/in-cina-seconda-parte.html







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