lunedì 3 marzo 2014

Recensione dei primi due libri di Qiu Xiaolong

Dopo aver finito di leggere i libri usciti dell'epopea "Le cronache del ghiaccio e del fuoco" (letti tutti rigorosamente in inglese), ho virato completamente la mia nave di lettura dirigendomi verso il ramo investigativo. Conseguenza di un regalo di Natale di una zia lontana mi sono così ritrovato a leggere, in italiano, "La misteriosa morte della compagna Guan" e, in inglese, "A loyal character dancer", entrambi di Qiu Xiaolong.

I libri fanno parte di una collana di storie gialle con protagonista l'ispettore capo Chen Cao in una Cina da inizio anni Novanta. Il background è interessante e, nel contempo, non stereotipato: la Cina comunista è appena stata scossa da piazza Tienanmen e inizia a vivere i forti impulsi capitalistici che la porteranno ad essere la potenza economica che è attualmente. E' un background che alterna il forte squilibrio sociale fra le persone di potere e la povera gente che deve arrangiarsi per sbarcare il lunario o per lo meno sopravvivere.

Nel primo libro Qiu Xialong alterna due storie principali: una la vita principale di Chen Cao, poeta ritrovatosi a diventare ispettore di polizia, l'altra l'investigazione da parte di Cao e Yu dell'assassinio  di una donna. Ciononostante, i temi principali dell'opera sono la politica e il cibo. Tutto in Cina sembra essere deciso dagli organi politici, lo stesso finale è talmente (e dittatorialmente) politico da spaventare. L'unica cosa che sembra sfuggire, in qualche modo, dal controllo governativo è il cibo ed è per questo che per tutto il libro sembra di ritrovarsi continuamente in un banchetto.

Nel secondo, l'autore si concentra molto meno sulla vita dell'ispettore capo dando invece maggiore attenzione all'investigazione congiunta fra Cina e Stati Uniti per il ritrovamento della compagna Wen. E' apparentemente una corsa contro il tempo ove la triade e la politica si legano insieme per cercare di sbarrare la strada a Chen Cao e all'investigatrice Rohn. Il tema della corruzione e dei problemi mafiosi sono l'emblema di questo libro portando, anche qua, ad una conclusione ottima ma che lascia l'amaro in bocca.

Entrambi i libri, a mio parere, sono ottimi e, avendo una ragazza cinese che mi narra storie simili, hanno un background realistico. Talvolta troppo. Nonostante tutto non sono riuscito ad affezionarmi a Chen Cao. Appare troppo come un alter-ego di Qiu Xiaolong, una specie di risposta alla domanda "cosa mi sarebbe successo se non fossi andato negli Stati Uniti e fossi rimasto in Cina?". Il personaggio è interessante, ma talvolta troppo fortunato, troppo di alto livello (ha amici di alto lignaggio) ed è troppo acculturato (è un poeta) per creare una forte empatia per un lettore occasionale come il sottoscritto. Al contrario l'investigatore Yu, collega di Cao, è molto più cinese dell'ispettore capo: si lamenta della corruzione in perfetto stile italiano ("Tutti i politici sono corrotti!"), desidera una vita migliore per se e per la propria famiglia ed è una persona intelligente ma sfortunata. Provare compassione e umanità per Yu l'ho trovato più semplice e apprezzabile.

Consiglio fortemente la lettura: sono entrambi libri avvincenti e che si leggono con piacere. Se poi si apprezza in qualche modo la cultura cinese, entrambi i volumi sono uno spaccato alternativo e curioso di tutta la vita a Shanghai. Entrambi ottimi libri!

PS: Menzione d'onore alla traduzione per il "glutammato di sodio" fra i cibi mangiati. XD



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