martedì 24 luglio 2012

Crisi mediatica

Una delle cose che si parla costantemente in questo periodo è la crisi; credo che non ci sia alcuna cena coi parenti, incontro con gli amici, discussione filosofica col parrucchiere o elaborazione metafisica sul futuro dei metafisici che non vada ad incastrarsi nella profonda e rigorosissima discussione dello spread.
E' quasi avvincente vedere come dall'amico economista al pizzaiolo sotto casa, quando parlano di crisi, nella loro maniera, talvolta un po' eccentrica, riescono ad improvvisarsi come esperti e fonti d'informazioni. Nessun termine è troppo difficile, nessuna discussione finanziaria è troppo complessa, nessun dibattito economico-borsistico è troppo alto per il popolo della classe media e giù di statistiche, azioni politiche e discussioni fanta-economiche con un bicchiere di birra in mano.
Finiti il periodo sacro-religioso-calcistico degli Europei 2012, le discussioni quindi si alternano fra mari e monti o Mario Monti. Ma perché ci prende tanto questa crisi?
Sarà che ci sentiamo coinvolti, quasi colpevoli dopo che ci siamo tenuti Berlusconi per una decina di anni?
Sarà che abbiamo tutti quel parente, quello zio, quel conoscente, quel iomedesimostesso che ha perso il lavoro durante la crisi?
Sarà che c'è stato quel taglio di bus, quel balzello economico che non ci aspettavamo, quella tassa che diventa misteriosamente sempre più alta?

Credo che a queste tre domande possiamo rispondere sinceramente con un ingrato "Si! E' per tutti questi motivi!", ma... c'è sempre un ma... non vi piace di sentirvi un po' più analizzatori dell'animo italico? Fermarsi a questi "si!" in fondo è banale. Cioè queste cose ve lo dice anche il tabaccaio sotto casa aggiungendovi anche che si stava meglio quando non si stava peggio, che la mafia al sud si mangia tutto o che bisogna uscire dall'Euro perché la Lira aveva un bel suono se suonata in maniera accurata.
Nono! Proviamo ad andare più in profondo e chiediamoci perché la situazione economica italiana è così seguita senza però farci sentire profondamente protagonisti? Perché continuiamo ad assistere a questa charade politica senza reagire brutalmente come greci e spagnoli?
Certo! Potremmo rispondere che in fondo... in fondo... greci e spagnoli, ora come ora, sono più in crisi di noi, che in fondo il partito di Grillo ha raccolto un bacino di malcontento non da poco, che nonostante tutto con Monti l'Unione Europea ci guarda con occhio migliore.
Eppure credo che, come diceva il buon Gaber, l'italiano sa perfettamente che la politica è solo un grande teatrino: il beautiful politico si posiziona in seconda posizione nell'audience italiana, subito dopo al calcio (che rimane al primo posto come si capisce dalla tiratura elevata della Gazzetta dello Sport).

"Non mi sento italiano" di Giorgio Gaber


Pensate di cercare di spiegare la politica tedesca ad un italiano: vi usciranno nomi come CDU, SPD, Merkel, qualche situazione nazista. Provate a sentire un francese parlare del proprio governo: ci saranno nomi come Sarkozy (ohoh... Carlà Brunì), LePèn, Hollande. 
Ora proviamo a pensare di spiegare la situazione politica italiana: beh... c'è il Popolo delle Libertà, che è il partito di Berlusconi, e rappresenta il partito cattolico degli italiani. E qua giù risate su risate e voi a dirvi: "Ma è vero! Certo c'è il Pierfierdi con l'Unione di Centro, ma nessuno se lo caga! Smettila di ridere! Che poi Berlusconi se n'è andato... anche se ora sta tornando.".
Poi dici c'è il Partito Democratico, che è il nostro centro-sinistra, che unisce radicali e la Bindi che è contro i gay. No... non guardarmi così. E' che è una situazione un po' strana, perché in questo partito c'è un po' di ex-Democrazia Cristiana, un po' di comunisti, un po' di socialisti, un po' di verdi, un po' di radicali e passano il tempo a non combinare granché.
Al nord abbiamo un partito regionalista chiamato Lega Nord, che è xenofobo, ma non troppo. Cioè si! C'è la coi neri, i rumeni, quelli del sud (i terroni), quelli di Roma, quelli che cantano l'inno, i Punkreas (dopo la loro canzone "Polenta & Kebab"). Ma non sono veramente xenofobi. Cioè... a Verona in fondo Tosi ha vinto. Certo ha ripudiato completamente la Lega Nord nelle ultime elezioni ma comunque è di Lega Nord e...  no... proprio no? Ok no!
Se volete esiste persino l'Italia dei Valori e il loro programma è combattere fino alla morte contro Berlusconi. Hanno altro programma? Beh... si. E' anche molto profondo ma è risaputo che Di Pietro ha stappato due bottiglie spumante quando il Silvio ha detto: "Tornerò per salvare l'Italia!". Sono cattivo? Forse avete ragione... è un bel partito! E poi c'è Antonio che è un mostro di retorica.
Infine c'è il movimento a cinque stelle che è un partito populista guidato da un comico. Un comico? Berlusconi? No! Basta menzionare quel tizio ogni dieci parole! No! Si  tratta di Grillo? Un comico che non è entrato in politica ma fa politica per spiegare l'anti-politica con candidati politici. Eh? Non hai capito? E' un partito anti-politico che lotta contro entrambi gli schieramenti e non è di destra nè di sinistra? Chiaro? No? Per niente? No! Quello è Benigni! Ma che cavoli!
Infine (Si! L'ho so! L'ho già detto) ci sono Comunisti, Sinistra Ecologia Libertà, Unione di Centro, Futuro e Libertà, Forza Nuova, La Destra e così via. Ma davvero avreste il coraggio di elencarli tutti?

"Polenta & Kebab" dei Punkreas

Però è questo che dà forza ad un dibattito italiano: si hanno un numero esagerato di protagonisti, un sfacelo di fatti e fatterelli, quisquilie che si incastrano con movimenti internazionali, caotiche situazione che s'impregnano con lo sfacelo mafioso. E se a questo aggiungiamo le frodi calcistiche, gli scandali sessuali della nipote di Mubarak, i corvi del Vaticano, il terremoto in Emilia, la casa di Montecarlo, la P3, i rapporti fra Mafia e Stato e via di miliardi di altri scoop giornalistici, si può intuire che l'italiano non può che rimanere allibito da una tale concentrazione di informazioni e di fatti.
E cosa può fare allora? Poiché in fondo sono fatti politici, non propri, da italiano medio menefreghista ne fa l'unica cosa possibile, ne chiacchiera e ne parla più che mai. Ci può essere quello sprazzo di movimento politico alla Movimento Cinque Stelle ma per lo più, si è spettatori allibiti coscienti che in fondo la crisi italiana è solo un altro lungo atto della gigantesca tragi-commedia politica all'italiana.
Prossimo atto? Restate sui nostri canali!

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