giovedì 12 luglio 2012

L'arte di combattere con l'ombrello

Perfetto esempio di ombrello adatto alla Payonga
Come ben sapete nel mondo esistono diverse tattiche di difesa: c'è il judo, il karatè, la scherma, il domino, la capoeira, il tiro al bersaglio e così via.
In questo blog voglio presentarvi la Payonga, termine che deriva dal filippino "Payong" che significa ombrello.  L'arte di combattere con l'ombrello è un'antica arte creata nel lontano dodici luglio del dodicesimo anno del terzo millennio in una terra lontana dimenticata dai mortali.
Le consuete tecniche di auto-difesa create con lo strumento prediletto dagli inglesi predispongono solitamente due tecniche:

  • il classico metodo di nascondere un'arma al posto della parte portante dell'ombrello. Solitamente tale arma è un piccolo fucile o uno stiletto,
  • oppure inserire del veleno sulla punta dell'ombrello che può essere iniettato all'interno del piede dell'incauto avversario con la semplice pressione di un pulsante (contraffatto da banale tasto per aprire l'ombrello).
Chi non conosce la storia è schiavo delle mode, ma la seconda tecnica non è un mero artificio satirico. Nel settembre 1978 fu usata per uccidere Georgij Markov, giornalista bulgaro, da parte del KGB (maggiori informazioni qua: http://www.bulgaria-italia.com/bg/news/news/00891.asp ).


Ciononostante la Payonga è un arte che non utilizza questi due metodi, troppo sofisticati e complicati per l'utente occasionale, ma si limita all'utilizzo dell'ombrello. 
L'ombrello deve essere quello classico da passeggio, lungo pressapoco quanto il proprio braccio, col manico ad uncino, la punta e la stocca di un materiale resistente, apribile tramite una molla collegata ad un pulsante posizionato vicino al manico. Evitate ombrelli pieghevoli, da bambino o troppo corti. Chiameremo "parte di seta" l'apertura alare dell'ombrello.


Nella Payonga c'è principalmente una regola fondamentale che chiunque voglia seguire questa antica arte marziale NON deve mai dimenticare: MAI attaccare di punta.
L'attacco con la punta dell'ombrello può essere mortale o lesiva per gli organi vitali: per provare che non si sta dicendo sciocchezze ricordo la cronaca della ragazza uccisa proprio in tal modo nella metropolitana di Roma Termini (link ad articolo di giornale: http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/cronaca/ferita-ombrello-metro/ferita-ombrello-metro/ferita-ombrello-metro.html ).
L'ombrello in questione non va bene perché troppo di plastica.
Il fattore "Hello Kitty" è controproducente per la vostra vita sociale
ma è completamente ininfluente per la Payonga

Precisando quindi che la Payonga può essere un arte mortale e come tale deve essere usata con l'opportuna saggezza, iniziamo la prima lezione sperimentale di Payonga che ricordiamo è principalmente un'arte marziale di difesa.

Il colpo dell'affondo

Il colpo dell'affondo è un attacco base della Payonga e permette a chi lo usa di assegnare all'avversario un discreto numero di colpi. Per tale colpo si immagina che l'avversario sia disarmato ma notevolmente più forte e veloce di chi usa l'ombrello.
Il nostro combattente per effettuare tale mossa deve tenere l'ombrello al livello del bacino, l'impugnatura deve essere rivolta verso l'avversario e dovete tenere l'ombrello sulla destra o sulla sinistra con entrambe le mani posizionate sulla parte di seta dell'ombrello. L'ombrello deve essere messo ortogonalmente alla vostra posizione.
Ecco come si struttura la mossa:

  1. Quando l'avversario vi attacca, quando è a portata di colpo fate scattare in avanti l'ombrello al livello del bacino. Se l'avversario non blocca il colpo con una mano, sicuramente indietreggerà. A quel punto avanzate per ripetere esattamente la stessa mossa. Ripetete più volte finché il vostro avversario non metterà per istinto le mani sull'impugnatura per bloccarvi.
  2. A questo punto sfruttate la parte curva dell'uncino dell'ombrello, fate scorrere le vostre mani verso l'alto sulla parte di seta dell'ombrello e facendo leva sulle mani dell'avversario portate la punta dell'ombrello a colpire più volte il viso del vostro nemico. Come noterete non arriverete proprio con la punta (che provocherebbe seri danni), ma con la parte laterale della punta. Continuate a fare leva e a colpire il volto finché l'avversario non vi blocca anche la punta.
  3. Se l'avversario sto bloccando la punta ma non l'impugnatura, fate scorrere le mani verso il basso sulla parte di seta dell'ombrello e facendo sempre leva sulle mani dell'avversario colpite con l'impugnatura l'avversario. Alternate 2) e 3) finché l'avversario non blocca sia l'impugnatura che la punta.
  4. Ora che l'avversario blocca sia l'impugnatura che la punta ha le mani completamente bloccate ed è privo di difesa. Mollate l'ombrello e, rapidamente, andate di calcio nelle palle.
  5. A questo punto l'avversario dovrebbe avere un cedimento spirituale. Approfittatene per recuperare l'ombrello.
E questa era il colpo dell'affondo, detto anche la mossa che castra o il movimento della voce angelica.

Ricordiamo che essendo la Payonga un antica arte relativamente nuova ed inventata di sana pianta per dare un tocco di marzialità insana a questo blog non è detto che sia funzionale nè efficace. L'autore di questo blog quindi non si prende alcuna responsabilità.
Arrivederci alla prossima lezione di Payonga.

1 commento: