sabato 28 aprile 2012

La torre nera (giorno 2)

Secondo post dedicato all'iniziativa 30 libri per 30 giorni (non consecutivi) e la lista ci chiede: "La mia citazione preferita". Purtroppo non credo di avere una citazione preferita, però devo dire che la frase di apertura della Torre Nera di Stephen King ha il suo fascino.

L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì.

Questa frase è l'inizio della più grande saga del maestro dell'orrore. La torre nera: un'eptalogia (termine inesistente per indicare una serie di sette libri) e tre fumetti americani in cui si seguono le gesta dell'ultimo pistolero Roland Deschain e dei suoi due ka-tet (gruppi a cui si è legati più che da un senso d'amicizia).

Il primo libro "L'ultimo cavaliere" a mio parere è il più affascinante: ci si ritrova in un mondo post-apocalittico, ma c'è qualcosa che non va... non certo nell'ambientazione ma nel background. In tutto il libro c'è come qualcosa di stranamente malato, morente e stringente. "Certo!" mi starete dicendo: "E' un mondo post-apocalittico! E' ovvio che il tutto sia degradante." Ma io vi affermo di no... non è così. E' una situazione più macroscopica e che va a toccare livelli più ampi. Tale sentimento di devastazione che va oltre ai confini metafisici si amplia quando si conosce Jack Chambers, un  ragazzo del nostro mondo, non di quello di Roland Deshain e in cui il lettore capisce che forse c'è qualcosa di più nell'aldilà del medio-mondo. Un qualcosa che unisce la realtà di Roland con la nostra realtà.
Ma è nei libri a seguire che questo fatto s'ingrandisce, l'ingerenza del nostro mondo con quello di Roland si fa via via sempre più stringente, sempre più portante fino a rendersi conto che nell'universo delle realtà parallela ci sono miriadi di mondi ma solo alcuni sono portanti ed il nostro e quello di Roland sono fra questi.
La difesa della Torre, il richiamo del ka-tet dal nostro mondo, il passato di Roland, la caduta di Gilead, l'incidente stradale di Stephen King, la stessa torre nera, le miriadi di riferimento ai diversi libri dell'autore: Stephen King prende tutti questi elementi e li butta nel proprio calderone letterario. Il risultato che ne viene fuori è la saga della Torre Nera.

Il sapore di quest'opera?  Meh! Non il più gustoso. Purtroppo, a mio parere, le mille geniali idee usate in questa eptalogia non sono usate proprio nel modo più omogeneo. Sarà che la storia si sviluppa in trentadue anni di vita di Stephen King, sarà che diventa sempre di più autoreferenziale, sarà che forse lo stesso Stephen King non sapeva più che pesci pigliare, ma i sette libri a mio parere mancano di coesione. Per rendervi conto vi faccio una proprio brevissimo riassunto per ciascuno dei libri. Sono costretto ad aggiungere il commento "brevissimo" per non spoilearvi (rivelarvi) una trama che in fondo è comunque ben congegnata.
  • Il primo libro "L'ultimo cavaliere" è un libro di mistero e fascino: si costruisce il personaggio di Roland Deschain e la figura dell'uomo in nero. Una lunga caccia all'uomo attraverso il deserto prima e il medio-mondo dopo.
  • Il secondo libro "La chiamata dei tre" è quello della malattia e della connessione col nostro mondo. Roland si ritrova a combattere fra la vita e la morte e il dovere di chiamare a se il suo ka-tet formato da Eddie, un tossicodipendente, e da Susannah, una donna in sedie a rotella schizofrenica.
  • Il terzo libro "Terre desolate" prosegue il viaggio di Roland all'interno del medio-mondo ma alla malattia si sostituisce la pazzia. Ma è una pazzia dovuta ad una forte incongruenza, un terribile errore capitato nel primo libro. Ancora una volta l'elemento risolutore viene condotto al nostro mondo.
  • Il quarto libro "La sfera del buio" ci fa scoprire parte del passato di Roland e come il suo vecchio ka-tet ha cercato di salvare parte del proprio mondo e l'amata di Roland, Susan. Questo è l'unico libro in cui si parla del passato di Roland, un vero peccato visto il background scenografico che viene costruito. Per gli altri brani, tra cui la caduta di Gilead, bisogna recuperarsi i fumetti.
  • Il quinto libro "I lupi della Calla" il nuovo ka-tet di Roland si ritrova ad affrontare un pericolo che sta per attaccare un paesino. In esso trovano anche un altro personaggio caro a Stephen King, Padre Callahan che mostra loro una delle sfere magiche ancora esistenti. La più potente: la tredici nera. Le problematiche però non si fermano qua e vanno anche a coinvolgere Susannah, una dei membri del ka-tet, apparentemente incinta.  E' un libro di guerra e conflitti, ma anche di citazioni e viaggi nell'altro mondo. 
  • Il sesto libro "La canzone di Susannah" il racconto si trasforma ancora, buttandosi sulla rigidità di commercio e difesa della torre da un verso e dalla lotta contro il male dall'altro. Un groviglio che porta al paradosso in cui c'è L'incontro! Qual è l'incontro sarebbe fonte di troppo spoiler.
  • Il settimo libro "La torre nera" è la conclusione di quest'opera. Un finale forse un po' ovvio arrivati alla fine? Forse un po' troppo tirato? Forse deludente? Sinceramente non saprei... so soltanto che ci si aspettava dannatamente di più dopo una saga di più. Dannatamente di più. 
Chi è un fan di Stepheh King ha l'obbligo morale di leggersi quest'opera la quale è un'imprescindibile serie che ricollega molti degli scritti del maestro dell'orrore (soprattutto "Le notti di Salem") . Per tutti gli altri può essere una serie piacevole, ma non aspettatevi il capolavoro dei capolavori.


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